"Mia moglie è incinta e io sono terrorizzato: vi spiego perché non voglio un figlio"

Un futuro padre ha confessato il proprio terrore all'idea di diventare padre in un momento storico così incerto e inquietante. Questa sua sensazione è condivisa da migliaia di persone nel resto del mondo. La paura di crescere un figlio in un'epoca in cui tutto sembra sull'orlo del collasso è una preoccupazione sempre più comune, riflettendo ansie che vanno ben oltre i confini nazionali.

In una rubrica di consigli genitoriali su "Slate's Parenting Advice", l'autore racconta che la sua compagna è incinta del loro primo figlio, ma anziché gioire, si sente schiacciato da un profondo senso di ansia. Il mondo intorno a lui appare instabile e radicalmente diverso rispetto a quello in cui è cresciuto, e si chiede come sia possibile mantenere la calma quando il proprio paese sembra in procinto di crollare. Questa paura si lega al senso diffuso di incertezza economica, politica e ambientale che caratterizza i nostri tempi.

Un uomo ha fatto sapere di essere terrorizzato anziché felice per il fatto che sua moglie sia incinta. Nel mondo moderno, infatti, non vede prospettive positive per il futuro figlio.
Un uomo ha fatto sapere di essere terrorizzato anziché felice per il fatto che sua moglie sia incinta. Nel mondo moderno, infatti, non vede prospettive positive per il futuro figlio.

La tendenza a rinunciare alla genitorialità è, infatti, sempre più marcata. Negli Stati Uniti, il tasso di fertilità ha raggiunto un minimo storico nel 2023 con circa 1,6 nascite per donna, secondo il National Center for Health Statistics. Oltre alla situazione economica, che vede un'impennata del 263% dei costi per asili e scuole materne dal 1991 al 2024, l'onere finanziario complessivo per crescere un bambino fino alla maggiore età supera i 330.000 dollari. Non sorprende quindi che il 36% delle persone sotto i 50 anni, secondo un sondaggio del Pew Research Center, non pianifichi di avere figli per ragioni legate alla sostenibilità economica.

La moglie è incinta, ma lui non è felice

Tuttavia, il denaro non è l'unica o principale causa di questa decisione. Molti scelgono di non diventare genitori per concentrarsi su altre priorità, come carriera, interessi personali e il raggiungimento di una realizzazione che non implica la genitorialità. Ma per altri, le motivazioni sono profondamente legate allo stato del mondo: crisi politiche, cambiamenti climatici devastanti e perdita di diritti fondamentali, come la libertà riproduttiva, alimentano il timore di costruire una famiglia.

Le preoccupazioni ambientali sono anch'esse determinanti. L'incertezza legata al futuro del pianeta, caratterizzata da disastri climatici e perdita di biodiversità, rafforza questa diffidenza verso l'idea di avere figli. Eventi come i frequenti episodi di violenza nelle scuole e la crescente tensione geopolitica, inclusa la paura di nuove guerre, aggiungono un ulteriore strato di apprensione.

Nonostante queste paure siano comprensibili, alcuni esperti ritengono che non bisognerebbe lasciare che il panico decida al posto nostro. Anche in un mondo imperfetto, si possono ancora creare comunità basate sull'amore e sulla speranza. Ogni generazione ha affrontato sfide di portata storica e, anche se le difficoltà attuali sembrano più acute che mai, la possibilità di costruire un futuro migliore e di godere delle gioie della vita rimane, per chi sceglie di affrontare queste sfide.

In definitiva, la scelta di avere figli è profondamente personale e complessa. Sebbene le preoccupazioni siano reali e giustificate, c'è chi sostiene che, con resilienza e speranza, si possano ancora costruire famiglie capaci di vivere e prosperare, nonostante le incertezze globali.

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